TESTI “ANTOLOGIA DI UN VAGABONDAGGIO”
RITORNERA’ A CASA SUA PER LA LUNA NUOVA
Era nell’aria un buon odore, odore di pane
E la sua chioma e i suoi capelli, nodi di giade
Sedeva dritto davanti al fuoco senza parlare
Ritornerà a casa sua per la luna nuova
Ritornerà a casa sua per la luna nuova
E la sua casa era una noce, era una noce
Ed era semplice e spontaneo, semplice e spontaneo
Ed i suoi amici erano i cani, il gufo ed il cinghiale
Ritornerà a casa sua per la luna nuova
Ritornerà a casa sua per la luna nuova
UN FUOCO SULLA SPIAGGIA
Ora porto scarpe nuove ma la gente non lo sa
C’è troppa confusione e la gente non lo sa
Che io a piedi nudi correvo fra i girasoli e il cielo
Ed i semi coglievo e poi me li mangiavo
Così dopo mi addormentavo la luna mi illuminava
E dopo mi risvegliavo e nel fiume poi mi gettavo
E con il sole ridevo e con la chitarra cantavo
Ho tagliato i miei capelli ma la gente non lo sa
C’e troppa confusione e la gente non lo sa, che…
E’ un fuoco che mi manca un fuoco sulla spiaggia
Chapati* da mangiare e un the d’acqua di mare
I bonghi sono il ritmo del cuore i gufi per chiamare
L’incenso per giacere i flauti per parlare
I cani per giocare il vento per ricordare
Il corno per salutare la fiamma per andare
La fiamma per andare
E HO INCOMINCIATO A VOLARE
Ho incontrato un piccolo animale per strada
era stanco era solo lui andava, andava,
ma non sapeva dove andare
Gli chiesi di seguirmi, e in silenzio mi seguì
lo condussi lontano, nel villaggio degli sconosciuti e lì,
lì, mi offrirono del vino e ho incominciato a volare
Era sera c’era un freddo maledetto,
e la mia strada era buia e vuota
questa volta venne un cane curioso ad annusarmi,
presto mi fu amico
Allora presi la mia chitarra da battaglia e,
dopo averla agitata contro il cielo blu notte
ho visto volare infiniti zaffiri, e ho incominciato a volare
Era un viale di bosco, una luce rossa triste mi abbagliava
e non avevo per niente voglia di tornare
Allora scesi solitario nel vento e chiamai stormi di aironi
ora siamo sospesi, liberi e leggeri lassù
fra il mare e le nubi, e ho incominciato a volare
Spesso capita di sentire urla nell’eco di campane
voci confuse che chiamano nella pioggia, diffondersi
e smorzarsi dalle foreste, ma i miei aironi mentali
mi stanno sempre accanto
e continuo a volare
e continuo a volare
e continuo a volare
AUTOSTOP
Sull’autostrada in autostop, sull’autostrada in autostop
Il sole abbaglia sull’asfalto, sull’autostrada in autostop
Sono partito senza fumo, sono partito libero
Brucia la strada scarpe non ho, sono partito libero
Le macchine corrono a un metro da me, le macchine corrono e mi sfiorano
Gli grido dietro “Agrigento!”, le macchine corrono e mi sfiorano
Nessuno ti prende mai, nessuno ferma mai, nemmeno un cane
Ho una chitarra e perciò ma siedo ancora un po’ ad aspettare
Per quanta strada ho camminato, per quanta strada ho camminato
Ci manca solo la stradale, per quanta strada ho camminato
Sotto le stelle in autostop, sotto le stelle in autostop
Qui solo ed idiota ad andarmene via, oh no, sotto le stelle in autostop
Che sei venuto a fare sull’Autostrada del Sole in piena notte
Nessuno ti prende mai, nessuno ferma mai, nemmeno un cane
Ho una chitarra e perciò mi siedo ancora un po’ ad aspettare
Hai una coperta, vai, scavalca quel guard rail, lasciali andare!
Nemmeno un cane qui con me
Uh quanto ancora brucerà questo mio istinto irrequieto
di andarmene sempre via?
PIAZZA DELLA SIGNORIA
Fratello per il sangue io voglio proprio andare
è piccolo il pianeta, ci farà rincontrare
Sorella per il sangue io parto per il Sud
è piccolo il pianeta, ti tornerò a incontrare
Dalla spiaggia del mare ti manderò il mio Om
cantando mille mantra per questa luna piena
Mi doni un campanello ed un pezzo di pane
ti lascio Ponte Vecchio e un chilom da impastare
Un poncho una coperta, un flauto per suonare
bagnato dalla pioggia, c’è un freddo che fa male
Rivedo da lontano piume fiori Namaste
ne incontrerò altri ancora gli canterò di te
Rivedo da lontano piume, fiori, nuvole
i tabla le chitarre, e solenni Bom Shankar
Son già sull’autostrada, sulla Firenze Mare
partito ieri notte la pioggia non c’è più
Rimangono le pozze d’acqua in terra e un sole acceso
l’asfalto brucia ormai, si fermasse almeno un camion!
A piedi nudi in terra non si può stare fermi
l’asfalto è già rovente, è meglio andare avanti
Rallenta un Diane rosso ed è proprio per me
afferro le mie storie, gli corro incontro e andiamo
Mi volto a guardare la strada dietro me
mi sembra in lontananza uno stormo di gabbiani
Mi volto a guardare la strada dietro me
e vedo in lontananza uno stormo di gabbiani
UN AMORE SENZA PAROLE
Mentre guardo il grande mare mentre il fuoco lascia il cielo
io mi sento un poco solo dopo il volo dell’amore
Mentre guardo il grande mare mentre il fuoco lascia il cielo
io mi sento un poco solo dopo il volo dell’amore
Sotto Chandra ancora piccola sotto un Bam Bhoole di perla
sotto sole vento e pioggia un amore senza parole
Come il grano contro il vento come un sole senza nubi
sotto a un cielo grande aperto un amore senza parole
Lei rideva lei giocava lei scaldava le mie lune
lei rideva ad ogni Surya eri dolce dentro al cuore
Sono stato troppo tempo ad ascoltare il mare il vento
ad ascoltar questo tramonto mentre il fuoco scoppia lento
Sento flauti in lontananza sento odore anche di hashish
forse c’è piccola Janis sento un grido ‘Bom Shankar!’
Sento suon di campanelli odor d’incenso piume chilom
forse c’è piccola Janis ora torno dalla tribù
Tu va’ pure va’ lontano ma io voglio solo che
Luce sia sempre con te e non ti abbandoni mai
Tu va’ pure va’ lontano io ti lascio dell’incenso
e un disegno di Ganesh, io ti lascio quest’incenso
Volo dentro a un grande vento ora dentro sto piangendo
forse la piccola Janis sta cucendo un braccialetto
Sta cucendo un braccialetto un braccialetto colorato
è azzurro bianco un po’ gelato e io sento molto freddo
CANZONE DEL RIMPIANTO
Non so com’è che sento chiamare
com’è che sto volando lontano
com’è che sto inseguendo gli angeli
Non so com’è che sento suonare
delle note che conoscevo già
com’è che un piano suona accanto a me
Vorrei sentirmi ancora cullare
vorrei che fosse tutto un sogno però
quand’è che mai col sole io mi sveglierò
Vorrei che tu fossi ancora vicino a me
vorrei che tu ancora credessi in me
vorrei gridare al cielo “Vedi, sono io!!!”
Vorrei che tu ancora fossi vicino a me
vorrei che tu ancora credessi in me
vorrei che al cielo mi sentisse Dio!!!
ES IST GAR*
Chi è questo bel tipo che mi chiede “Di dove sei?”
Mah, quanto è curioso non si fa i fatti suoi
Chi è questa gran folla che non ha altro da fare?
Mah, non so che dirti forse ti basta “Es ist gar!”
Se senti d’insegnarmi a stare al mondo, es ist gar
Se cerchi d’intortarmi con le buone es ist gar
Se dici che ti sembro ineducato, es ist gar
“Ma..ma tu devi capire..” es ist gar
“Vuoi..vuoi fare l’originale..” es ist gar
Se ridi perché sono a piedi nudi, es ist gar
Se chiedi perché c’ho i capelli lunghi, es ist gar
Ma ma ma molla le mie storie, vai fuori dai coglioni
se pensi che qualcosa qui sia sbagliata, es ist gar
SIAMO TUTTI SOLI
La gente è per le strade che continua i propri affari
vorrei fermarne uno e mettermi a gridare
come facevo allora, ma mi devo svegliare:
il grande film sociale deve continuare
Nell’angolo c’è un vecchio che si scola del gran vino,
la gente ride e passa “dove si finirà?”, dice
Lì c’è uno che sta male, uno che si deve fare
la gente sta a guardare e poi via se ne va
Guardate il capellone, ehi, dico a voi, cacciatelo di qua
vuole fare il santone, le scarpe non le ha
Qualcuno è stato ucciso ma chi fosse non si sa
è stato anche già sepolto ma il tempo avanti va
Tu che sputi il tuo sangue per l’appago della gente
protagonista stereo devi continuare
La gente è per le strade che continua i propri affari
vorrei fermarli tutti e mettermi a cantare
come facevo allora, ma la storia è sempre uguale:
L’ironia del mondo è che siamo tutti soli
l’ironia del mondo è che siamo tutti soli
l’ironia del mondo è che siamo tutti soli
CHI SEI
Chi sei, chi sei, potrei anche capire, ma dimmi tu
Chi sei, chi sei, tu che mi vuoi imbrogliare, dimmi tu
Chi sei, ma chi sei, vuoi farmi rovinare, ma dimmi un po’
Chi sei, chi sei, a chi la vuoi menare, ma dimmi un po’ chi sei
Chi sei, chi sei, con quelle gomitate, ma dove arriverai
Chi sei, chi sei, tu che vuoi calpestare, ma dimmi tu che vuoi
Chi sei, (ehi, ma che storie.. “Documenti!”)
tu con quella divisa, dimmi tu
Chi sei, chi sei, sei duro come il legno ma presto capirai
Chi sei, chi sei, vuoi farmi ragionare, ma dimmi un po’
Chi sei, chi sei, tu che mi vuoi imbrogliare, ma dimmi tu che vuoi
Chi sei, chi sei, signore la commedia è finita o sono guai
Chi sei, chi sei, potrei anche capire ma fatti i fatti tuoi
Chi sei, chi sei, potrei anche capire ma fatti i fatti tuoi
Chi sei, chi sei, potrei anche capire ma fatti i fatti tuoi
PICCOLA CHANDRA
Oh shanti shanti Bambhoole Piccola Chandra
che la Luce sia sempre insieme a te
Tu che ardi nei tuoi occhioni fra mille statue di cera
Tu che brilli in mezzo a queste pietre nere
Tu figlia della luna, figlia di voli lontani
Figlia del vento, di un cervo, un bianco airone
Oh shanti shanti Bambhoole Piccola Chandra
Bambhoole Bambhoole Bambhoole
Oh Bambina mia chi è che vuole portarti via?
Chi è che dice “è la legge e così sia”?
Ma, Piccola mia, loro volano nella notte
Non lo sanno che col vento voli via
Oh shanti shanti Bambhoole Piccola Chandra
Con Char Si e con il vento vieni via!
Da una buia prigione scrivo questa mia canzone
La farò volare a te con un filo e un aquilone
Fra le sbarre e le catene canto questa mia canzone
La farò volare a te senza dir troppe parole
Per il fuoco il cielo il vento per l’amore che ho per te
Voglio che il silenzio dica più di me
Oh shanti shanti Bambhoole Piccola Chandra
che la Luce sia sempre insieme a te
NEL NIRVANA DEGLI DEI
Come vedi, tu sei andata già
io invece sono ancora qua
Sono certo che Bacco riderà
più di questo non so dirti ma
Quanto è piccolo quello che vorrei
solo per un giorno vera vita e poi
Quanto è grande la nebbia i Pirenei
forse più lontani fra nubi gli occhi tuoi
Se lo vedi salutami Char Si
il suo benares lo porto ancora qui
Mille piume, quando canti da lassù
mi ricordi dei Crosby, Stills & Nash
Dimmi un po’ se hai visto un aquilone in lontananza
con una canzone scritta in nome tuo
Guarda intorno gli angeli, e tu cosa sei
Forse una farfalla nel nirvana degli dei?
Va’ più in alto, più lontano meglio stai
Non voltarti indietro, solo questo io per te vorrei
Quanto è grande la luna questa notte
danzano folletti e mille fate intorno a me
Mi si celan gli occhi, sono stanco ormai
dormirò il mio sonno in mezzo a quel campo laggiù
Quanto è grande la luna questa notte
chiuderò i miei occhi e nel silenzio sparirò
Forse ci vedremo sulla luna e tu aprirai
le tue grandi ali e il lungo viaggio riprenderai
guarda intorno gli angeli, e tu che cosa sei
Forse una farfalla nel nirvana degli dei?
ERA NECESSARIO
Era necessario che come il gabbiano
aprissi le ali e volassi lontano
dove i raggi di luce sono solo illusione
dove il sogno è dissolto nel canto del cigno
per capire gli scherzi dell’animo umano
e scoprire che in fondo era tutto un inganno
Era necessario per potermi svegliare
vedrai che a qualcosa ci servirà
Era necessario che gettassi la chiave
per non aprire più la porta di casa
per scrollarmi di dosso quella maschera vuota
quell’idiota commedia di ragazzo per bene
E mi chiedo ancora a chi siano servite
le mie vecchie scarpe abbandonate per strada
era un fresco mattino quando scesi la valle
all’alba il mondo sembrava incantato
per lavarmi in un mare di dolce rugiada
baciare la vita a piedi nudi
Era necessario per poter migliorare
anche questo a qualcosa ci servirà
Certe volte si ride e tanti non sanno
che dietro ai miei occhi si cela il ricordo
di un tempo vissuto a cantare e a giocare
in quelle notti di luna sul mare
A guardare e ascoltare le libere stelle
che nel silenzio ci stanno a parlare
e dicono a tutta la gente del mondo
che vivano bene o che vivano male
“Ma chi ve la fa fare di star là a sognare?
Godetevi i doni a piene mani!”
E questo e altro ancora dovevi imparare
la sera che partisti senza tornare
Era necessario per imparare
anche se forse c’era un modo migliore
Ho imparato da lucciole e da gatti randagi
ho lavato i miei panni in fiumi e cascate
Ho cantato canzoni per il cielo e i piccioni
nelle piazze deserte alle sei del mattino
E ho diviso il mio pane con i cani per strada
sui gradini dell’alba confortati dal vento
E ho capito un segreto che tanti non sanno
che felici si può essere anche con niente
Come rondini in cielo soltanto emigrare
e che anche qui in terra si può volare
Era necessario per poter ritornare
anche questo vedrai che ci servirà
Era necessario e guardiamo davanti
non mi dite che è stato soltanto un errore
Ho dormito nei campi fra le lacrime e i fiori
incontrato serpenti e filo spinato
Ho rincorso aquiloni scritto canzoni
salvato straccioni da morti annunciate
E ho imparato a guardare più in là del mio naso
a sentir fino in fondo l’umana miseria
Noi crediamo di crescere fra quattro mura
ma spesso restiamo solo bravi ed idioti
Era necessario non ti devi arrabbiare
anche questo vedrai che ci servirà
Era necessario che come il gabbiano
prendessi coraggio e sparissi lontano
sopra i mari del vuoto e dell’illusione
in cerca soltanto di vivere dentro
Non potrei dirti quanto per istrada ho pianto
mentre in silenzio dietro ai vetri pregavi
E’ un dolore che forse si poteva evitare
ma anche questo alla fine ci servirà
ma anche questo alla fine ci servirà
ma anche questo alla fine ci servirà.